Il Romanico Pisano: altri edifici religiosi nella città di Pisa

<#alt#>

San Frediano

Secondo la testimonianza dei documenti d’archivio, questa chiesa esisteva già nel 1061. Ha una struttura basilicale a doppio colonnato su colonne e capitelli classicheggianti e una facciata tra le più antiche e interessanti edificate in stile romanico-pisano. Essa presenta uno schema tripartito con la parte centrale più alta, come la struttura interna. Ciascun piano è ornato da arcate cieche, quelle inferiori su colonne e su mensole, quelle superiori su lesene, con una bifora al centro. Sotto le arcate trovano posto losanghe con incassi a gradini concentrici.

Il coronamento della facciata è stato rialzato successivamente. Vi si aprono tre portali sormontati da lunette. Quello centrale mostra un grande architrave di età romana parzialmente rilavorato nel Medioevo, con motivi a intreccio e zoomorfi.

Lo stile dell’edificio rimanda al cantiere del Duomo tra la fine dell’XI secolo e il 1120 circa e pone l’edificazione in rapporto con la presenza dei monaci Camaldolesi, stabilitisi in San Frediano in quegli anni.

San Nicola

Annessa a un monastero benedettino maschile fondato intorno all’anno Mille, la chiesa conserva la parte inferiore della facciata di età romanica, in marmi bicromi bianchi e grigi, ad arcature cieche su lesene in parte a sesto acuto, con tarsie a motivi vegetali e geometrici dell’inizio della seconda metà del XII secolo.

La accompagna il singolare campanile a pianta circolare alla base, ottagonale nel fusto desinente in arcate cieche contenenti losanghe, a sedici lati superiormente nella loggia marmorea continua, e infine esagonale nella cella campanaria a edicola con tre arcature cieche per lato e copertura troncopiramidale. All’interno cela una elegante scala elicoidale marmorea aperta da un colonnato con capitelli classicheggianti. La torre è opera della seconda metà del XII secolo.

Come i campanili del duomo e di San Michele degli Scalzi, le tre torri pendenti di Pisa, essa pende vistosamente, a causa dello stesso antico corso d’acqua che lambiva la torre del duomo.

San Pietro in Vinculis

Costruita sui resti di un più antico edificio già esistente nel secolo VIII – San Pietro ai Sette Pini – appartiene alla particolare tipologia delle chiese a due piani, con una grande aula a tre navate su colonne e pilastri rialzata da una scalinata sull’ambiente inferiore coperto da volte su colonnine.

I due livelli sono riuniti da un paramento esterno unico, con facciata simile ai prospetti dei transetti del duomo, a ordini di arcature cieche, contenenti in basso in questo caso i tre portali sormontati da bifore, losanghe e oculi, e in alto al centro una bifora. Un timpano triangolare sormonta la struttura. La costruzione risale ai primi decenni del XII secolo.

L’interno conserva al centro della navata un pavimento a mosaico marmoreo geometrico a elementi circolari, di tipo cosmatesco, della metà del XII secolo.

L’ambiente inferiore (cripta), aperto verso l’esterno, serviva come cimitero ma anche per usi civili, in particolare come luogo di redazione di contratti notarili.

San Matteo in Soarta

Annessa a un monastero benedettino femminile fondato nel 1027, questa chiesa conserva alcuni brani di muratura con arcate cieche decorate da oculi e losanghe a incassi del secondo quarto dell’XI secolo.

Di una successiva ricostruzione alla metà del XII secolo mostra parte dei fianchi e della terminazione orientale romanica, ugualmente ad arcate cieche con losanghe, più precise nell’esecuzione rispetto a quelle più antiche e realizzate in una muratura bicroma, ottenuta alternando marmi bianchi e grigi a una pietra locale di colore ambrato, detta Verrucano.

La basilica a tre navate di grandi dimensioni così realizzata è stata nel XVII secolo in parte demolita per ricavarne un più piccolo vano con una nuova facciata. Il campanile costruito alla fine del XII secolo è stato in parte demolito nel XVI secolo.

San Michele degli Scalzi

La chiesa, costruita in zona extraurbana tra la fine del secolo XII e l’inizio del XIII per iniziativa di alcuni monaci provenienti dal monastero di Santa Maria di Pulsano nel Gargano, all’estremo sud dell’Italia, possiede pianta basilicale a tre navate.

L’interno presenta un doppio colonnato con colonne e capitelli in parte di età classica reimpiegati, un’abside semicircolare al termine della navata centrale e una copertura lignea a capriate. La facciata mostra un ordine inferiore marmoreo ad arcate cieche con losanghe e clipei.

Sul portale centrale si trovava l’altorilievo con il Redentore benedicente, scolpito da un artefice bizantino nel 1204, ora sostituito da una copia e conservato al Museo Nazionale di San Matteo di Pisa.

Sul lato destro del presbiterio sorge il campanile, marmoreo nella parte inferiore e in laterizio in quella superiore e decorato in origine da bacini ceramici colorati. Similmente al campanile del Duomo, è pendente per il cedimento del suolo sul lato rivolto verso il vicino corso fluviale dell’Arno.

Santo Sepolcro

Fu la sede pisana degli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, ordine cavalleresco nato alla fine dell’XI secolo in Terrasanta per l’assistenza e la difesa dei pellegrini e presente a Pisa già nel 1113.

È un edificio a pianta ottagonale eretto a ricordo di alcuni prototipi visti dai Pisani durante le prime Crociate a Gerusalemme, in particolare la Cupola della Roccia, dall’architetto Diotisalvi, autore anche del Battistero pisano. Fu innalzato nella seconda metà del XII secolo, come la scultura architettonica conferma.

Al centro, alti archi acuti su pilastri pentagonali sorreggono una cupola a piramide ottagona, mentre il più ampio giro concentrico dei muri d’ambito è decorato all’esterno e intorno ai portali da tarsie a motivi vegetali geometrizzanti. Il campanile reca l’iscrizione-firma dell’autore.

San Paolo a Ripa d’Arno

Annessa a un monastero benedettino maschile ricordato nei documenti d’archivio sin dal 1032, questa grande chiesa romanica con transetto presenta una struttura a tre navate su colonne, un’abside semicircolare dietro l’altare maggiore e, in alzato, una cupola emisferica all’incrocio dei bracci. Risale nella veste attuale ai decenni centrali del XII secolo, mentre la parte superiore della facciata fu terminata solo all’inizio del Trecento.

Si tratta di un edificio di imponente aspetto, caratterizzato da un paramento esterno in parte realizzato in marmo e da una facciata a salienti, di schema simile a quella del duomo, a tre piani di logge su colonne con capitelli a motivi vegetali, sopra un alto ordine terreno ad arcature cieche, racchiudente i portali, losanghe e oculi. La cornice tra le due parti è scolpita a motivi zoomorfi e quella al di sopra della zona dei portali sullo spigolo sinistro della facciata presenta figure umane e di mostri. Il portale centrale e quello sul fianco sinistro sono ornati da elementi a tarsia con motivi geometrici.

L’intero lato sinistro dell’edificio presenta arcature cieche su due ordini. La facciata ospita due rilievi bizantineggianti raffiguranti la Vergine orante e il portale del transetto è sormontato da un antico sarcofago reimpiegato.