La Cattedrale di Pisa

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La cattedrale di Pisa che oggi possiamo vedere fu completamente ricostruita a partire dal 1064 in sostituzione di un organismo più antico.

Si tratta di una grande basilica a cinque navate su colonne con transetto a tre navate, componenti una croce con bracci a terminazione absidata. I grandi spazi del livello terreno della basilica sono sormontati da tribune aperte sulla navata centrale e sul coro mediante bifore e trifore. La navata centrale è illuminata più in alto da una fila di semplici finestre.

Le coperture originarie erano a capriate lignee, in parte sostituite da un elegante soffitto a cassettoni dopo un incendio occorso nel 1595. All’incrocio tra le navate e il transetto sorge su grandi pilastri una cupola ovoidale a pianta ellittica e profilo acuto, coronata alla base da una loggetta gotica della fine del XIV secolo.

La costruzione della cattedrale si protrasse a partire dal 1064 per circa un secolo. Il primo architetto, sepolto in un nobile sarcofago inserito nel muro di facciata, fu Buscheto. Non sappiamo molto della sua vita, ma il suo epitaffio lo descrive con parole lusinghiere per aver saputo inventare macchine di legno che, con un sistema di carrucole, hanno potuto innalzare le pesanti colonne di granito della navata. Secondo le stesse fonti, questi macchinari erano a tal punto efficienti e facili da utilizzare che le colonne avrebbero potuto essere innalzate senza fatica addirittura da un manipolo di ragazze. Naturalmente questa espressione intendeva celebrare unicamente i meriti dell’architetto, poiché all’epoca i cantieri impiegavano solo manodopera maschile.

La cultura architettonica di Buscheto mostra la conoscenza di prototipi classici e paleocristiani romani, di costruzioni bizantine e di città adriatiche come Ravenna e Venezia, elementi strutturali rari come l’arco acuto derivato dalla recente architettura normanna in Sicilia, e decorazioni geometriche talvolta studiate su modelli islamici. All’interno prevale una scultura di eredità romana, con grandi capitelli fogliati e pochi elementi scolpiti figurati.

In una fase successiva, a partire dal 1135 circa, la cattedrale è stata prolungata verso ovest sotto la direzione di Rainaldo, che operò alla parte inferiore della facciata, mostrando un repertorio decorativo ricco di elementi figurativi zoomorfi e simbolici, in uno stile grafico e piatto, con un dinamismo delle forme e un contrasto dei colori più accentuato rispetto alla fase precedente.

A partire dal 1150 circa si completarono la parte superiore della facciata e del corpo delle navate sotto la direzione del terzo maestro, Guglielmo. Il suo stile è più plastico e caratterizzato dall’uso del trapano, ed è visibile in molti degli elementi presenti sulla facciata, dai portali al fregio con scene di caccia e lotta tra animali che si trova sopra il primo ordine di logge.

Intorno al 1170 circa la nobile facciata in marmo a quattro ordini di logge fu completata. Tra gli artisti che lavorarono all’ultima fase dell’opera troviamo Biduino, che dopo il termine dei lavori del duomo iniziò la decorazione del campanile pendente.